Come funziona l’indicizzazione di un sito web su Google
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In quanto tempo avviene e perché è importante
La presenza del proprio sito tra i risultati di ricerca di Google, indipendentemente dalla posizione, non è sempre scontata. A volte, un piccolo errore nel codice della pagina potrebbe impedirne l’indicizzazione.
Cos’è l’indicizzazione su Google
È quel processo attraverso il quale il nostro sito compare sugli elenchi Google.
A prescindere da quello che sarà il suo posizionamento, ossia la sua presenza o meno tra i primi risultati, l’indicizzazione rappresenta una sorta di iscrizione del sito su Google, ed è il primo e indispensabile passo da compiere se si vuole quantomeno sperare di essere trovati sul web.
Come funziona l’indicizzazione
Il fatto di aver sviluppato un sito web e magari di averlo reso facilmente navigabile, ben strutturato e con una grafica accattivante, non comporta la sua presenza implicita tra i risultati di ricerca di Google.
Una volta terminato il sito, infatti, ci sono ancora dei passi da compiere per comparire nel famoso motore di ricerca.
Esistono principalmente due modi per essere indicizzati su Google: uno più “passivo” e l’altro “attivo”, controllato direttamente dal proprietario dell’URL. Vediamoli nel dettaglio.
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Googlebot: il sistema automatico di indicizzazione
Si tratta della funzione di ricerca automatica sviluppata da Google grazie al contributo di Martin Splitt.
Tramite questo programma Google ricerca in automatico nuovi contenuti nel web, e lo fa mettendo a punto tre fasi.
- Crawling: ossia l’analisi approfondita di tutto il web;
- Indexing: che consiste nell’inserimento o meno del nuovo contenuto dentro le pagine del proprio motore di ricerca interno;
- Ranking: quel processo per cui, una volta inserito il sito, Google lo classifica in base a una moltitudine di criteri.
L’indicizzazione è strettamente legata ai primi due, ossia una profonda ricerca di tutto il web e la decisione o meno di inserire un sito una volta individuato.
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Il ranking è una fase che avviene successivamente, parliamo più nello specifico di SERP, ma è giusto inserirla tra i compiti di Googlebot in quanto è da qui che comincia questo processo.
Spesso succede che alcuni gestori di URL decidano di non voler comparire nei risultati di ricerca, ad esempio quando il sito non è ancora completato e la presenza di eventuali visitatori durante i “lavori in corso” potrebbe non essere d’aiuto.
In questi casi esiste la possibilità di nascondersi dai risultati tramite l’inserimento del comando noindex all’interno del codice HTML del sito.
In pratica, quando Googlebot comincerà a scandagliare la rete in cerca di risultati, se troverà questo comando all’interno del codice eliminerà in automatico il sito dalle sue ricerche.
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Usare la Search Console: il metodo “attivo”
Spesso è il proprietario stesso del sito, tramite un webmaster, a controllare periodicamente la presenza o meno della sua pagina tra i risultati di ricerca di Google.
Per farlo esiste un comodo strumento messo a punto proprio dall’azienda di Mountain View. Parliamo della Google Search Console (GSC).
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Clicca quiQuesto strumento negli ultimi anni è diventato di sempre più facile gestione, aggiungendo una grafica e un’interfaccia più pulite ed eliminando parecchie linee di codice che ne rendevano difficile l’utilizzo.
Attraverso la Google Search Console, raggiungibile tramite l’URL search.google.com/search-console/welcome, è possibile controllare lo stato di indicizzazione del proprio sito, e anche il suo posizionamento, così come il traffico dati e la frequenza di ricerca del sito in un dato periodo.
Altri strumenti per l’indicizzazione
Oltre a questi due metodi, ci sono altre possibilità per indicizzare il nostro sito.
Queste però richiedono competenze informatiche specifiche, ma è possibile eseguire dei semplici comandi basilari per verificare se Google sta indicizzando o meno la nostra pagina.
Oltre a rimuovere il metatag noindex, come abbiamo visto in precedenza, puoi anche:
- Inserire il comando txt: scrivilo proprio nella barra indirizzi dopo il nome del sito e verifica se compaiono le due linee di codice User-agent: Googlebot oppure User-agent: *. Qualora siano presenti, il sito potrebbe nascondere alcune pagine al Googlebot.
- Puoi anche digitare nella barra di ricerca “site:http://nomedeldominio.it” per vedere se alcune pagine del tuo sito non sono state indicizzate. Digitando questo comando, infatti, Google restituirà come risultati singoli ognuna delle pagine del tuo sito, potrai quindi verificare se ne manca qualcuna.
Dicono di noi:
Infine, occorre precisare che molte piattaforme che consentono di creare agilmente il proprio sito contengono già una funzione automatica di indicizzazione.
Un libero professionista, ad esempio, che si affida a uno di questi servizi per creare comodamente la propria pagina in rete, non dovrà quindi preoccuparsi di comparire tra i risultati di Google.
Conclusioni
La presenza su Google è imprescindibile e abbiamo visto come, grazie ad alcuni strumenti utili, si possa verificare costantemente che tutte le pagine del nostro sito siano indicizzate nel motore di ricerca.
È bene ricordare, infatti, che difficilmente un utente digita sulla barra di ricerca di Google il nome completo del sito, ma è molto più facile che scriva una query presente nei menu di sitemap del nostro sito. Per questo motivo ogni pagina deve essere indicizzata.
Se però vuoi essere certo di scegliere bene la tua strategia sul web e indicizzare velocemente il tuo sito e il tuo brand scrivi a noi di Drinking Media, sapremo senz’altro consigliarti cosa è giusto fare.