Ecommerce nel 2022: marketing, aspetti fiscali e legali

E-commerce nel 2022: aspetti importanti

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L'Ecommerce nel 2022

L’Amministrazione Finanziaria considera l’e-commerce marketing come una normale attività commerciale, ne consegue dunque che per l’apertura della stessa sarà obbligatorio dotarsi di Partita Iva.

Aprire uno store su internet è spesso una buonissima idea, ma sei in regola con il fisco vendendo su E-bay e su Amazon? Hai fatto tutti gli adempimenti necessari?

Vediamo qui di seguito di capire qualcosa in più del web marketing online, degli aspetti fiscali della materia e di quelli legali, onde evitare di imbattersi in brutte sorprese.

Come si apre un e-commerce: i primi passi e le alternative

La maggior parte dei problemi con il fisco da parte degli e-commerce sono legati all’impostazione iniziale del business. Chi cerca di fare da solo inizialmente in questo ambito, spesso si trova ad affrontare difficoltà in un secondo momento.

Per vendere online ci sono diverse modalità a disposizione: attraverso canali di vendita offerti da terzi, tramite vendita diretta o per mezzo di canali di affiliazione.

Canali di vendita offerti da terzi

Questo sistema è estremamente popolare e senz’altro il più famoso dei terzi è EBay, ma anche Etsy e Amazon: infrastrutture che mettono a disposizione la propria piattaforma per il tuo shop.

Canali di vendita di un ecommerce nel 2022

Canali di vendita diretta

In questo caso viene acquistato un dominio ed un hosting su cui verrà installato un content management system (CMS), ovvero un software che permette la gestione del negozio online.

Canali di affiliazione

Questo tipo di vendita viene effettuata in qualità di intermediario e non come diretto venditore dei prodotti/servizi a nostra disposizione. L’intermediario riceverà una commissione su ogni vendita.

I primi passi

Una volta che si sarà scelta la modalità più adatta alla nostra idea di business e si sarà affrontata la parte tecnica della costruzione dello shop (con l’eventuale realizzazione della piattaforma di vendita), si dovrà andare a strutturare un catalogo prodotti.

E’ bene precisare che questa fase è fondamentale per creare uno shop di successo: i clienti devono sempre trovare con estrema facilità quello che cercano.

Inutile affollare l’e-commerce di articoli che non si riesce a gestire e a catalogare con cura. Le schede di ogni prodotto devono essere realizzate in ottica posizionamento SEO, in modo da venire indicizzate con facilità e profitto dai motori di ricerca.

Senza dimenticare che è necessario fare in modo che ogni prodotto venduto sia associato ad un codice univoco in modo da identificarlo con estrema precisione ed evitare errori nelle spedizioni.

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Metodi di pagamento

Altro fattore importante che può fare la differenza per un e-commerce è senza dubbio la possibilità di fare acquisti attraverso diverse metodologie di pagamento.

Per un business di successo bonifico bancario, carte prepagate, contrassegno alla consegna, ritiro nel punto vendita PayPal e Stripe non possono mancare.

Tendenzialmente sugli e-commerce si può pagare con carte di credito tramite POS e con PayPal, gli shop che non includono queste tipologie di pagamento vengono considerati un po’ antiquati.

SEO: il segreto dell’e-commerce

Ovviamente fin dalla creazione del tuo business online dovrai affidarti completamente a degli esperti della Search Engine Optimization, in breve analisi SEO, che può decretare il successo di ogni business.

Questa materia molto ampia e complessa è infatti rappresentata da una serie di regole e strategie volte a migliorare la percezione delle tue pagine agli occhi dei motori di ricerca.

Nessun cliente che cerca un prodotto su un motore di ricerca sfoglia 100 pagine dei risultati della ricerca effettuata, per cui essere nelle prime pagine del ranking di Google ed affini è semplicemente fondamentale per un business.

Un e-commerce senza un team di SEO specialists che organizza le pagine e i contenuti è assolutamente impensabile. Inutile negare che ad oggi i veri protagonisti del web sono i motori di ricerca: chi non è ben posizionato in questo ambito è virtualmente fuori dagli affari.

Seo ed E-commerce

Adempimenti fiscali e previdenziali obbligatori

Per lanciare un business sano bisogna affiancare alla costruzione tecnica dell’e-commerce una sana struttura dal punto di vista fiscale e previdenziale.

Per occuparsi di tutta la normativa fiscale e previdenziale per gli e-commerce avrai bisogno di un commercialista specializzato in questo tipo di attività.

Iniziamo questo argomento complesso rispondendo ad una domanda molto comune: è possibile fare un e-commerce senza aprire una partita Iva?

No. O meglio: dipende.  Chi svolge abitualmente un’attività economica e crea un’organizzazione definita e stabile è vincolato ad aprire una Partita Iva anche se utilizza la modalità di dropshipping.

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Le prestazioni occasionali

Molti utenti pensano che si possa comunque ricorrere alla forma delle prestazioni occasionali per sopperire alla fiscalità in questo particolare ambito.

Anche qui è necessario fare chiarezza: questo tipo di fiscalità, legato alle prestazioni occasionali, richiede che le attività in questione non siano organizzate e non siano abituali o continuative nel tempo.

Ovvero se vendo un oggetto su Ebay, da utente, non avrò necessità di prendere una partita Iva, ma se invece voglio costruire uno shop tramite il quale regolarmente eseguo vendite e magari utilizzo canali di promozione, allora bisognerà dotarsi di partita IVA.

Temporary shop

Bisogna però sottolineare che fare e-commerce senza partita IVA è possibile a patto che vi siano alcune condizioni. La prima della quale è che il Comune di residenza del proprietario preveda l’apertura di temporary shop anche per le attività online.

Infatti alcuni comuni italiani danno la possibilità di aprire l’attività ai negozi fisici per 30 giorni all’anno senza partita Iva. Se il Comune in questione consente il temporary shop online sarà possibile mantenere l’e-commerce aperto senza partita IVA per 30 giorni.

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Ecommerce e apertura della partita iva

La partita IVA è un codice numerico che va ad identificare il soggetto che esercita un’attività commerciale. Ad essa viene associato anche un codice attività: per gli e-commerce il codice attività ATECO è 479110, commercio al dettaglio di prodotti via internet.

In questa fase bisognerà scegliere il regime fiscale da adottare ed anche fare l’iscrizione contestuale al registro delle imprese tenuto presso la camera di commercio.

Sarà anche necessario presentare la “SCIA” in Comune, ovvero la dichiarazione di inizio attività. Finché il Comune non vedrà la presentazione di questo documento non si potrà iniziare l’attività.

I costi dell’apertura di una partita IVA possono variare molto in base al Comune di residenza e alla forma giuridica dell’impresa: i costi camerali, ad esempio, possono variare da 53 a 128 Euro.

Possiamo dire che se per la creazione dell’e-commerce ci rivolgiamo ad un commercialista e scegliamo la forma della ditta individuale, andremo a pagare circa 300 Euro.

A questi vanno aggiunti 18 Euro di diritto di segreteria, 17.50 di imposta di bollo, 63 euro di diritti camerali, e 30 euro per la PEC. Per un totale vicino ai 430 Euro.

E-commerce e adempimenti previdenziali obbligatori

Il gestore di un sito e-commerce multilingua, in quanto commerciante, è obbligato all’iscrizione all’INPS, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. In questo regime previdenziale vi sono quattro rate annuali di contributi fissi che andranno versate.

Questi contributi non sono calcolate in base al reddito annuo raggiunto dall’attività. O meglio: fino a 15.000 euro di reddito rimangono fisse.

Oltre la soglia dei 15.000 bisognerà andare ad aggiungere ulteriori contributi che verranno calcolati in percentuale sull’eccedenza dal limite.

Per ogni chiarimento in merito alla previdenza sociale in questo settore ancora nuovo è bene sempre rivolgersi ad un commercialista esperto delle attività online che saprà rispondere ad ogni dubbio o perplessità.